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SCHEDE di analisi CULTIVAR CASTAGNO

BRACALLA

A cura di A. Nunziata, G. Gamba, A, Tomatis e D. Gentile

Si tratta di una cultivar piemontese originaria delle Valli Varaita, Maira e Gesso (CN) principalmente destinata al consumo fresco, pur se altrettanto adatta alla trasformazione in farine. È iscritta al registro nazionale dei fruttiferi e rientra, insieme a molte altre varietà di castagne e marroni del cuneese,  nel marchio “Cuneo IGP”, il cui disciplinare è stato approvato dal Mipaaf nel 2007. L’albero ha vigoria elevata, portamento espanso, ovoidale/piramidale e produttività medio-elevata, germogliamento precoce e fioritura precoce. I frutti maturano nel mese di ottobre e presentano una pezzatura media di 80-90 frutti/kg, un pericarpo con striature poco evidenti e aroma pronunciato. Abbiamo potuto campionare due esemplari diversi, uno in conservazione presso la collezione del Centro Regionale di Castanicoltura a Chiusa di Pesio (CN) e uno presso la collezione gestita dall’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese – ARSAC in località Vecchiarello di Sersale (CZ). Da entrambi abbiamo ottenuto lo stesso inconfondibile marchio molecolare.

Le caratterizzazioni morfologiche dei rami delle diverse accessioni si presentano abbastanza omogenee per i caratteri considerati, anche se l’esemplare di Chiusa di Pesio (innestato su portinnesto clonale) presenta ancora caratteri alterati e rami tendenzialmente più spessi ricollegabili al fatto che la chioma è ancora in fase di rapido sviluppo.

ACCESSIONE

3-RAMO DELLA
STAGIONE CORRENTE: SPESSORE

 

 

 

4-RAMO DELLA
STAGIONE CORRENTE: LUNGHEZZA DEGLI

INTERNODI

 

5-RAMO DELLA
STAGIONE CORRENTE: DISPOSIZIONE 

DELLE FOGLIE

 

 

 

6-RAMO DELLA
STAGIONE CORRENTE: COLORE 
DELLA PARTE SUPERIORE

DEL RAMO

 

 

7-RAMO DELLA
STAGIONE CORRENTE: DENSITÀ DELLE LENTICELLE

 

 

 

 

BRACALLA
IN CONSERVAZIONE 

A CHIUSA DI PESIO

 

3

5

2

3

3

 

BRACALLA
IN CONSERVAZIONE 

A SERSALE

 

3

5

2

3

3

FONTI BIBLIOGRAFICHE

Le informazioni sono state prevalentemente reperite nel volume II dell’Atlante dei Fruttiferi Autoctoni Italiani a cura di Carlo Fideghelli, dove compare nell’elenco delle cultivar B (pag 648-649).

Nel libro Il castagno – Risorsa multifunzionale in Italia e  nel mondo a cura di Giancarlo Bonous (Edagricole, Milano 2014) è presente una tabella descrittiva delle principali cultivar piemontesi (pag. 291), da cui sono ricavati parte dei dati riportati in questa scheda, e una foto pomologica di confronto con altre 9 castagne e marroni cuneesi e ibridi (pag. 293).

Nel lavoro  Mellano, M.G., Beccaro, G.L., Donno, D. et al. Castanea spp. biodiversity conservation: collection and characterization of the genetic diversity of an endangered species. Genet Resour Crop Evol 59, 1727–1741 (2012). https://doi.org/10.1007/s10722-012-9794-x sono riportati i risultati di analisi molecolari con 7 marcatori SSR che evidenziano l’unicità genotipica di questa cultivar, pur se lo specifico profilo allelico non è riportato.